VISTI DA VICINO
Due chiacchiere con i professionisti del Terzo Settore
rubrica a cura di Giulia Pigliucci.
Annalisa Lumera descrivendosi nella sua breve autobiografia esordisce: “Sono una moglie, da un’infinità di tempo; sono una madre, di due meravigliosi figli; sono una nonna di due unici e adorabili adolescenti. Questo sono e voglio essere prima di tutto! Poi certo ho studiato, mi sono specializzata, continuo a studiare. Sono una consulente in Comunicazione, Marketing, Fundraising.”
Per più di 25 anni si è occupata di raccolta fondi nell’Azienda Sanitaria di Bologna, dove ha iniziato con l’ideare il Progetto “Come reperire risorse finanziarie alternative e integrative nella Pubblica Amministrazione,” che nel 2000 l’ha portata, non essendoci nessuna esperienza simile nel nostro Paese, a girare tutta l’Italia per raccontare e spiegare le tecniche che erano state utilizzate. Tecniche che, in realtà, si era inventata!
Nel 2006, lasciato l’incarico di Responsabile della Comunicazione Sociale e Fund Raising e del coordinamento operativo del settore Comunicazione e Marketing presso la Direzione Generale dell’Ausl di Bologna, fonda la sua Società di consulenza e formazione. Libera, oramai, di decidere in autonomia di prendere e seguire i progetti che più le interessavano. Da allora è consulente di molti clienti: dalla sanità pubblica e privata, ai progetti culturali, agli enti pubblici.
Da 25 anni è docente di corsi di Alta Formazione presso molte realtà di formazione nazionali, in collaborazione con importanti Centri Studio, Atenei e Ministeri e nel medesimo ruolo di insegnante in numerosi Master e corsi di Alta Formazione per la PA e per le Organizzazioni non– profit.
“La mia è una formazione, continua, nuova, stimolante anche per me, che mi completa ogni volta che la faccio.”
Siede nel Board Member di EUConsult Italia ed è tra gli ideatori e organizzatori del Nonprofit Leadership Forum e dell’European Third Forum, che a novembre avrà la sua 9° Edizione.
C’è stato qualcosa che ha fatto sì che decidesse di scegliere il Terzo Settore come ambito della propria professione? E quale?
Devo andare indietro di molti anni, ma molti, molti, per ritrovarmi, nel periodo di quando frequentavo il liceo, a inscatolare medicine da inviare in paesi del Sud del mondo. Era all’incirca il 1970, il freddo a Bologna era tremendo e noi, volontari arruolati dal nostro professore di religione, una potenza in città all’epoca, ci ritrovavamo in freddissimi magazzini a lavorare come matti. La soddisfazione però era davvero tanta e mai dimenticata.
Poi la vita è andata avanti seguendo strade diverse, senza però mai dimenticare quell’esperienza e continuando, in altra maniera, a proseguirla. Sono entrata in sanità, un ruolo abbastanza importante in una Direzione Generale, lì ho iniziato a conoscere il fundraising e l’ho accostato ai progetti sanitari e…. ha funzionato!!!!
Quando ho lasciato la struttura pubblica per continuare professionalmente in autonomia, ho proseguito parallelamente portando avanti progetti sanitari e contemporaneamente progetti diversi di raccolta fondi per associazioni non–profit.
Se dovesse lasciare nella Scatola del tempo il suo migliore progetto quale potrebbe essere e perché?
Di progetti ce ne sono davvero tanti, senza dubbio quello del quale vado più orgogliosa è stato quello di partenza: in una azienda sanitaria pubblica raccogliere fondi finalizzati a progetti di un ospedale!!! Roba da matti!!! quando ho cominciato nel 1999 sembrava che fossi un marziano!!!!
La soddisfazione più grande è stata veder realizzare man mano tutto quello che proponevamo in breve tempo e con uno slancio da parte dei cittadini che mi lasciava ogni volta commossa. Anziani che si radunavano per cucinare crescentine o altro raccogliendo i fondi per la Pediatria. Scuole che presentavano i progetti ai bambini stimolandoli a donare parte della loro paghetta. E ancora grandi magazzini che offrivano una percentuale dei propri incassi, coinvolgendo anche il personale. Potrei andare avanti all’infinito!!! Il mio telefono che squillava ed erano cittadini che mi chiedevano quali progetti da finanziare erano stati selezionati! Ora è tutto molto diverso.
Quale è il sogno del cassetto ancora da realizzare?
Non ne ho uno in particolare. Tuttavia, visto che il mio lavoro si concentra molto su progetti sociosanitari vorrei poter portare a termine qualcosa di grande che faccia capire a tutti come è possibile insieme poter riuscire a coprire le mancanze, gli avvalli, nei processi sociosanitari. In Italia o all’estero.
Poi vorrei vedere i miei nipoti impegnati nel sociale. Ascoltano quello che faccio, ma fanno fatica a capire esattamente lo scopo. Cresceranno e un giorno diranno: mia nonna faceva questo! Forse sto solo sognando!!!
Un consiglio, che scaturisca dalla sua esperienza, per chi si affaccia nel mondo del lavoro in questo settore.
Quello del Terzo Settore è un ambito che solo negli ultimi anni comincia a farsi notare. Molti giovani e non, che incontro durante le mie lezioni, sono interessati a rivolgere la propria attenzione verso questo percorso, purtroppo sono poco stimolati.
Quello che posso consigliare è di continuare a formarsi, seguire corsi, webinar, convegni, fare rete con i colleghi e di non dimenticare di restare sempre aggiornati. Posso poi far notare a chi intende iniziare ad occuparsi di raccolta fondi di guardare con attenzione la Pubblica Amministrazione. Ha un bisogno enorme di fondi, dalla sanità alla cultura, e non sa come e dove trovarli.
Seguite i corsi di formazione dove sono spiegate le tecniche giuste e, poi, guardatevi intorno.