Giugno 07 2023 0Comment

Aurora Donato. Provare a cambiare il mondo con il diritto

VISTI DA VICINO
Due chiacchiere con i professionisti del Terzo Settore

rubrica a cura di Giulia Pigliucci

Avvocata, co-fondatrice dello Studio LawforChange, si occupa di diritto amministrativo e, in particolare, di appalti pubblici e di rapporti del Terzo settore con la pubblica amministrazione.

Assiste cooperative, imprese sociali e ad altri enti di questo ambito nei rapporti con lamministrazione pubblica come, ad esempio, nella partecipazione alle gare d’appalto, nell’utilizzo dell’accreditamento e degli istituti collaborativi tra i quali la co-progettazione e le convenzioni.

Svolge attività di formazione, è autrice di pubblicazioni dedicate, fra l’altro, ai criteri di aggiudicazione degli appalti pubblici e all’affidamento dei servizi sociali. Conduce anche il podcast “Appalti al volo”.

C’è stato qualcosa che ha fatto sì che decidesse di scegliere il Terzo settore come ambito della propria professione? E quale?

Conosco molte avvocate che mettono la propria professionalità al servizio di battaglie sociali, solitamente occupandosi di diritto penale, del lavoro, di famiglia o di immigrazione. Al contrario, io mi sono convinta che il diritto amministrativo potesse essere uno strumento molto utile, anche se poco percorso da chi, come me, condivida la mia visione del mondo. In questa ottica ho fondato, insieme a due colleghi esperti di diritto del lavoro, lo Studio LawforChange. La scelta di questo nome è stata determinata dalla nostra volontà di utilizzare il diritto come strumento per una crescita sociale e politica del nostro Paese. Credo, infatti, che lavorando nell’ambito degli appalti pubblici e dei rapporti del Terzo settore con la pubblica amministrazione sia possibile dare una piccola mano a delle realtà che portano avanti dei progetti utili per la collettività ed il bene comune.

Se dovesse lasciare nella Scatola del tempo il suo migliore progetto quale potrebbe essere e perché?

La parte della mia attività alla quale sono maggiormente legata è quella del supporto legale alle realtà delle donne che – in un’ottica di genere e con un approccio femminista – gestiscono i Centri antiviolenza. Affianco queste realtà nella partecipazione agli appalti pubblici e, in generale, nei rapporti con la pubblica amministrazione. Spesso sono vere e proprie battaglie volte ad evitare che la gestione dei Centri antiviolenza sia trattata dagli amministratori pubblici come qualsiasi altro servizio sociale. E che i requisiti e le metodologie derivanti dalla Convenzione di Istanbul, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, siano annacquati da amministrazioni poco consapevoli.

Quale è il sogno del cassetto ancora da realizzare?

Vorrei poter contribuire a mettere al centro del dibattito pubblico sulla co-progettazione alcuni aspetti più concreti e meno “immaginifici” di quelli dei quali si parla di solito, come la corretta retribuzione delle realtà del Terzo settore che collaborano con la pubblica amministrazione e la tutela del patrimonio di conoscenze degli enti non profit messe a disposizione del pubblico.

Sono convinta che finché il ragionamento rimane sull’autonomia dell’istituto dalla disciplina sugli appalti pubblici si rischia di danneggiare gli stessi enti del Terzo settore, i quali, invece, mettono a disposizione dell’amministrazione tanta competenza ed esperienza che merita di essere valorizzata e tutelata.

Un consiglio, che scaturisca dalla sua esperienza, per chi si affaccia nel mondo del lavoro in questo settore.

Alle avvocate e agli avvocati, ma in generale anche ad altri professionisti, che desiderino lavorare col Terzo settore consiglierei, per prima cosa, di imparare a conoscere non solo la normativa specifica che regola questi enti, ma anche a comprendere come questi ragionino e quale siano le loro peculiarità, che li portano a non ragionare sempre come le imprese. Del resto, il bello di lavorare con questo settore è proprio questo.

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