Maria Siano, intervista Gabriele Granato consulente web marketing e co-fondatore di 3d0.it
Partiamo con una domanda semplice che cos’è il marketing digitale?
Ti rispondo semplicemente che è il marketing applicato al digitale, una attività che aiuta a fare business ovvero guadagnare.
E come può essere utile per un ente non profit che nasce per scopi diversi dal guadagno?
Gli enti non profit hanno come business l’opportunità di farsi conoscere e riconoscere con la loro mission, reperendo fondi per le proprie attività e progetti in modo da renderli auto-sostenibili.
Prima azione da compiere?
Innanzi tutto sviluppare una analisi di contesto del proprio ambiente. È importante conoscere il proprio territorio di riferimento, le persone con cui si interagisce, immergersi nell’ambiente in cui l’associazione vive e si impegna per creare relazioni di valore
E poi?
Definire una attività strategica a medio e lungo termine per poi proseguire con una attività operativa con strumenti e leve.
Sembra tutto molto facile o sbaglio?
Non lo è. Perché questo è un percorso che richiede tempo, analisi e desiderio di mettersi in gioco e soprattutto di programmazione.
A chi affidarsi?
C’è bisogno di professionalità, è necessario affidarsi ad un esperto che aiuti ad acquisire le giuste competenze.
Quali sono gli errori più comuni che risconta nelle organizzazioni non profit?
La mancanza di programmazione e visione nel lungo periodo. Le associazioni vivono giorno dopo giorno, svolgendo le attività all’ultimo momento e spesso di fretta. La programmazione è una attitudine che si impara nel tempo e che è necessaria sviluppare.
Un primo suggerimento per le organizzazioni?
Mettere per iscritto i propri valori identitari e gli obiettivi che si vogliono raggiungere per fare un vero piano strategico di marketing.
In questa fase di grande centralità dei social network serve ancora utilizzare strumenti off line?
La coerenza è potenza. La comunicazione deve essere coerente, i social sono fondamentali in questa fase, ma bisogna fare attenzione a non trasformarli in boomerang. Bisogna equilibrarli con gli altri strumenti che l’organizzazione possiede.
Ci fai un buono esempio di marketing?
Quello che vedevo fare da bambini dal salumiere di mia nonna. Ogni volta che una donna entrava nel suo negozio veniva salutata con un “bella signora”.
Un complimento dunque?
Non solo, il negoziante ricordava di tutte le sue clienti gusti e richieste, una analisi del comportamento degli acquisti che garantiva la fidelizzazione delle signore. Il marketing permette di creare relazioni di valore e nel suo piccolo il salumiere aveva raggiunto l’obiettivo.